River Claure (1997, Bolivia) è un fotografo e visual artist noto per i suoi ritratti costruiti meticolosamente e per i  paesaggi magici a cui dà forma. Il suo lavoro mette in discussione le nozioni dominanti di identità culturale e esplora il ruolo assunto dalle immagini fotografiche nella formazione della nostra percezione della realtà. Attualmente, Claure vive e lavora a Cochabamba, in Bolivia.

Figlio di una famiglia di emigranti provenienti da una piccola comunità nelle alture andine, Claure è cresciuto in città, vivendo le tensioni tra le sue radici indigene e le realtà urbane del XXI secolo. Dopo essersi formato nella sua città natale, Cochabamba, ha studiato fotografia contemporanea a Madrid.

Mackenzie Calle è una fotografa freelance che vive a Brooklyn, il cui lavoro rende più labile il confine tra documentario e finzione per esplorare storie dimenticate, scoperte scientifiche rivoluzionarie e futuri queer. Attraverso un approccio multidisciplinare, Calle combina la fotografia con una narrazione orientata alla ricerca, portando alla luce narrazioni nascoste e mettendo in discussione le prospettive convenzionali.

Amak Mahmoodian (1980, Shiraz, Iran) è un’artista multidisciplinare il cui lavoro spazia dalla fotografia concettuale a quella documentaristica. Sebbene abbia iniziato la sua carriera nel 2003 come fotografa con un approccio orientato alla ricerca in Iran, mentre dal 2007 vive nel Regno Unito, dove lavora come visual artist ed educatrice. Successivamente, nel 2015 ha conseguito un dottorato di ricerca maggiormente incentrato sulla pratica in fotografia presso la University of South Wales.

Gisela Torres (1962, New York, Stati Uniti) è una fotografa che vive a Londra, il cui lavoro fonde autoritratti, performance, tecnologie 3D, incisione, scultura e suono, creando opere al contempo immersive e suggestive. Al centro delle sue opere, vi è l’elemento narrativo, che Torres intreccia abilmente con un’estetica soprannaturale, esplorando archivi personali e storici attraverso la distorsione del tempo e dello spazio.

Jojo Gronostay (1988, Amburgo, Germania) è un artista tedesco-ghanese la cui ricerca esplora diversi temi legati all’identità, alla rappresentazione, alle piattaforme, al riciclo e agli spazi intermedi, indagando soprattutto le strutture politiche ed economiche presenti tra i paesi africani ex colonizzati e il cosiddetto mondo occidentale. Attraverso piattaforme come DWMC, ha creato un vero e proprio spazio di intervento, esaminando concetti chiave come quelli di economia, valore e lo scambio di persone e beni tra i continenti.